Le gemelle Alice ed Ellen Kessler, iconiche interpreti del panorama televisivo europeo, hanno scelto il suicidio assistito in Germania rivolgendosi alla Deutsche Gesellschaft für Humanes Sterben (Dghs), l’associazione che fornisce supporto medico e legale nel rispetto della normativa tedesca. La portavoce Wega Wetzel ha confermato che le due artiste erano iscritte da oltre sei mesi e che avevano maturato questa decisione nel tempo, sottoponendosi a colloqui preliminari con un medico e un avvocato per verificare la piena lucidità e la coerenza della loro volontà. Secondo fonti giornalistiche internazionali, la Dghs applica contributi forfettari per l’assistenza al suicidio assistito, con importi che vanno da 4.000 a 6.000 euro a seconda del tipo di procedura. Non è stato però reso noto l’ammontare esatto versato dalle gemelle. Il percorso si è svolto nel quadro legale riconosciuto dalla sentenza della Corte costituzionale tedesca del 2020, che tutela il diritto all’autodeterminazione sulla propria morte.
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Il suicidio assistito in Germania si basa sulla storica decisione della Corte costituzionale federale del 26 febbraio 2020, che ha riconosciuto come diritto fondamentale dell’individuo la libertà di decidere autonomamente della propria morte. La sentenza ha di fatto aperto alla possibilità di ricevere supporto medico e legale per l’atto, purché la persona mantenga il pieno controllo sull’esecuzione finale. A seguito di questo pronunciamento, diverse associazioni hanno sviluppato protocolli conformi alla legge, basati sulla verifica della volontà, sulla valutazione della lucidità e sul rispetto del principio di autodeterminazione.
La Dghs è la più antica e una delle principali organizzazioni tedesche dedicate ai diritti dei pazienti e al sostegno nelle scelte di fine vita. La portavoce Wega Wetzel ha spiegato che Alice ed Ellen Kessler erano membri dell’associazione “da oltre sei mesi”, come previsto dai requisiti interni. L’iscrizione permette ai soci di accedere a un percorso regolamentato che comprende informazione, consulenza e supporto medico, a condizione che tutti i criteri di legge siano rispettati. La decisione deve essere autonoma, stabile e non dettata da impulsi momentanei.
Secondo quanto riferito dalla Dghs, il processo prevede colloqui separati con un medico e con un avvocato, incaricati di accertare la “Freiverantwortlichkeit”, ovvero la piena responsabilità e consapevolezza dell’atto. Viene verificato che la persona sia lucida, capace di intendere e di volere, e che la scelta sia stata elaborata nel tempo. Il medico ha il compito di valutare condizioni cliniche e alternative, mentre il giurista attesta la correttezza della procedura e l’assenza di pressioni esterne. Le gemelle Kessler hanno affrontato questi incontri come previsto dal protocollo.
Il modello tedesco impone che l’atto finale sia compiuto autonomamente dalla persona che sceglie il suicidio assistito. Né il medico né il giurista possono intervenire in modo diretto. Le figure incaricate possono essere presenti per garantire la conformità della procedura e per assistere nella documentazione necessaria, ma non possono somministrare alcuna sostanza. Nel caso delle gemelle, la Dghs ha confermato che i professionisti si sono recati nella loro abitazione per la fase conclusiva.
Fonti internazionali indicano che la Dghs applica contributi forfettari destinati a coprire le spese dell’assistenza medica, della consulenza legale, degli spostamenti e della documentazione. Vengono riportate due principali tariffe: circa 4.000 euro per una singola persona e circa 6.000 euro per una procedura doppia, come nel caso di coppie che scelgono insieme il suicidio assistito. Gli importi non sono pubblicati ufficialmente dall’associazione ma emergono da analisi giornalistiche e da studi dedicati al tema. Al momento non risulta comunicato l’importo effettivamente versato da Alice ed Ellen Kessler.
Non sono stati diffusi dettagli specifici sulla somma pagata dalle due artiste né informazioni sulle motivazioni personali che le hanno portate a questa scelta. La Dghs ha confermato la piena regolarità della procedura e la conformità alla normativa tedesca, ma non ha fornito elementi ulteriori sul loro percorso. Alcune fasi restano quindi riservate, come previsto dai protocolli dell’associazione e dalla tutela della privacy dei membri.