Hacker mette in ginocchio Jaguar Land Rover: produzione ferma, è giallo sull’attacco

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Un attacco hacker ha colpito duramente Jaguar Land Rover, costringendo l’azienda a sospendere le attività produttive nel Regno Unito fino almeno al 1 ottobre 2025. Il cyber attacco, di origine ancora sconosciuta, ha causato un’interruzione improvvisa nei principali stabilimenti del marchio, con effetti immediati su migliaia di lavoratori e sulla catena di approvvigionamento. A oggi non è arrivata alcuna rivendicazione ufficiale. Le ipotesi spaziano da un ransomware a operazioni di spionaggio industriale. Mentre proseguono le indagini, cresce la preoccupazione tra sindacati, governo e fornitori: l’evento ha sollevato un allarme sulla vulnerabilità digitale del settore automotive.

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Il blocco alla produzione: cosa è successo davvero?

Secondo fonti aziendali, la crisi informatica è esplosa nei primi giorni di settembre, costringendo Jaguar Land Rover a interrompere le attività in tre importanti stabilimenti nel Regno Unito. La sospensione riguarda centinaia di linee di montaggio, con una stima iniziale di stop fino al 1 ottobre. I portavoce dell’azienda non hanno fornito dettagli sui sistemi compromessi, ma confermano che “alcuni dati” sono stati effettivamente colpiti. Non è chiaro se si tratti di informazioni aziendali interne, dati di clienti o di fornitori.

L’impatto è stato circoscritto al territorio britannico, ma le ripercussioni sono potenzialmente globali: il blocco di uno dei principali produttori di auto del mondo mette sotto pressione una filiera internazionale fatta di centinaia di aziende connesse.


Ipotesi sul cyber attacco: chi c’è dietro?

A rendere il caso ancora più preoccupante è il fatto che nessun gruppo hacker ha finora rivendicato l’attacco. Questo alimenta dubbi e speculazioni. Alcuni analisti ritengono che possa trattarsi di un ransomware silenzioso, una variante progettata per criptare dati e chiedere riscatti, ma senza clamore mediatico.

Tra i nomi che circolano ci sono quelli di Scattered Spider, Lapsus$ e altri gruppi già noti per azioni contro aziende automotive e tech. L’attacco potrebbe essere partito da una semplice e-mail di phishing o da una vulnerabilità nei sistemi IT/OT integrati, spesso condivisi con fornitori esterni. La possibilità che siano coinvolti software di gestione come SAP o sistemi smart factory non è esclusa.

Al momento Jaguar Land Rover sta lavorando con specialisti di sicurezza informatica e con il National Cyber Security Centre britannico. Tuttavia, nessun dettaglio ufficiale è stato ancora reso pubblico sull’origine o la natura dell’intrusione.


I numeri del danno: lavoratori fermi, filiera sotto pressione

Oltre 33.000 dipendenti diretti sono stati mandati a casa, mentre migliaia di posti di lavoro nei fornitori risultano in bilico. Alcune aziende dell’indotto hanno già annunciato riduzioni di orario o sospensioni temporanee, nel timore che lo stop si protragga oltre ottobre.

Le perdite economiche stimate sono dell’ordine di decine di milioni di sterline al giorno, considerando non solo la mancata produzione, ma anche l’effetto domino su logistica, consegne e forniture. Il settore dell’auto, già provato da crisi recenti come il post-Covid e la carenza di chip, si trova ora ad affrontare una minaccia completamente diversa e imprevedibile.


Governo e sindacati: la risposta delle istituzioni

Il governo britannico ha dichiarato di essere “in contatto costante” con Jaguar Land Rover e con il settore automotive. Tuttavia, non è ancora stato annunciato alcun pacchetto di sostegno specifico per le aziende colpite.

I sindacati chiedono a gran voce l’attivazione di misure straordinarie per proteggere i lavoratori, come cassa integrazione o supporti temporanei. “Non possiamo permetterci che un attacco informatico lasci a casa migliaia di persone senza tutele”, ha dichiarato un portavoce di Unite the Union.

Il rischio è che l’assenza di un intervento rapido possa aggravare ulteriormente la crisi, con effetti permanenti su interi comparti produttivi.


Cosa succede adesso: scenari futuri e domande aperte

Il ritorno alla normalità non sarà immediato. Anche se la produzione dovesse riprendere da ottobre, sarà probabilmente per gradi. Alcuni fornitori parlano già di slittamenti fino a novembre per tornare a pieno regime. I danni reputazionali per Jaguar Land Rover potrebbero essere ingenti, soprattutto se emergessero falle gravi nei sistemi di sicurezza interna.

Resta da capire chi abbia colpito, con quale obiettivo e come sia stato possibile compromettere un’azienda così grande. Il caso solleva domande cruciali su quanto sia sicuro il sistema industriale attuale e quanto le imprese siano pronte a reagire a minacce digitali sempre più sofisticate.

Nel frattempo, l’industria guarda con apprensione ai prossimi sviluppi. Il cyber attacco a Jaguar Land Rover potrebbe non essere un caso isolato, ma solo il primo segnale di una nuova fase di vulnerabilità per il settore manifatturiero globale.


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