Con la morte di Matteo Messina Denaro si apre il capitolo successione. La mafia oggi è diversa, ha tante teste e soprattutto cerca di rendersi meno visibile. Ma c’è un nome che ora è in cima alla lista degli investigatori, quello di Giovanni Motisi. E’ lui il supericercato della mafia e lui potrebbe, secondo anche lo scritto Roberto Saviano, essere il nuovo numero uno di Cosa Nostra.
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Giovanni Motisi è nato il primo gennaio 1959 a Palermo ed è ricercato dal 1998 per omicidi, dal 2001 per associazione di tipo mafioso ed altro, dal 2002 per strage ed altro. Deve scontare la pena dell’ergastolo. Il 10 dicembre 1999 sono state diramate le ricerche in campo internazionale, per arresto ai fini estradizionali.
A Palermo c’è un fantasma che aleggia sul clan di Pagliarelli: si tratta di Giovanni Motisi, che fino alla fine degli anni Novanta era il capo del mandamento. Motisi è stato espulso dalla mafia nel 2000, per “gestione allegra della cassa”. A riferirlo è il gip Walter Turturici nel provvedimento di custodia cautelare che ha fatto scattare 26 arresti nell’ambito della famiglia mafiosa del Villaggio Santa Rosalia.
Motisi, nipote di un autorevole padrino di Cosa nostra, Matteo Motisi, non è un pentito e non sembra nemmeno che sia morto. Ma cosa fece di tanto irriguardoso nei confronti dei vertici mafiosi da essere espulso? Secondo alcuni pentiti, Motisi aveva una gestione poco trasparente della cassa del mandamento. Ma non furono presi altri provvedimenti punitivi, anche per la sua parentela con Matteo Motisi. L’espulsione di Motisi è un caso alquanto unico. Come disse Buscetta al giudice Falcone, da Cosa nostra si esce “solo con la morte o collaborando con la giustizia”. Motisi non ha fatto né l’una né l’altra cosa.
La sua presenza continua a rappresentare un mistero per gli investigatori. È ancora attivo nella mafia? Oppure ha deciso di cambiare vita? La risposta a queste domande potrebbe essere la chiave per capire cosa sta succedendo nel mandamento di Pagliarelli, uno dei più potenti della mafia siciliana.