Il sottomarino Titan, scomparso domenica con cinque persone a bordo, è stato tristemente trovato inchiodato sul fondo dell’Oceano Atlantico con segni di una grave perdita di pressione. Secondo il Contrammiraglio della Guardia Costiera Statunitense John Mauger, parlando alla CNN, la nave è stata trovata a quasi 500 metri dal relitto del Titanic ed è stata vittima di una “catastrofica implosione”. Giovedì sera i detriti del sommergibile, tra cui il cono di coda, sono stati ritrovati a 1.600 piedi dalla prua del Titanic e a 13.000 piedi di profondità. Il Contrammiraglio della Guardia Costiera ha confermato che “i pezzi di detriti erano coerenti con la catastrofica perdita della camera a pressione dove si trovava l’equipaggio”.
Un’implosione è l’opposto di un’esplosione. Quando un oggetto collassa improvvisamente e violentemente su se stesso, la quantità di pressione esercitata a quelle profondità è stupefacente. Gli esperti hanno calcolato la pressione registrata sul fondale a 350 volte quella che siamo abituati a provare sulla Terra. Tom Maddox, CEO di Underwater Forensic Investigators, che si era già spinto fino al relitto del Titanic nel 2005, spiega la natura monumentale di tale pressione così: «Ci si confronta con 1 atmosfera alla superficie, standard che equivale a 1 chilo per centimetro quadrato. Con l’esplorazione alle maggiori profondità, la pressione si alza in maniera esponenziale e vicino al relitto del Titanic si raggiungono le 476 atmosfere. Una piccola perdita può portare a un’implosione disastrosa, capace di ridurre l’oggetto ad una polvere sottile».
Non c’era tempo per l’equipaggio del sommergibile di comprendere cosa stesse per succedere. Lo ha spiegato alla Cnn Aileen Marty, ex ufficiale di Marina e professore alla Florida International University secondo cui l’implosione avviene a una velocità massima di 800 km/h. Una velocità fin troppo elevata perché il cervello umano abbia avuto il tempo di accorgersi di cosa stava accadendo e di prendere provvedimenti prima che l’intero mezzo collassasse su se stesso. A causa di questo, la morte è stata indolore, ma non prevedibile. In risposta alla domanda circa la possibilità che i membri dell’equipaggio del sommergibile Titan possano essere recuperati, Mauger della Guardia Costiera degli Stati Uniti ha dichiarato di non avere al momento risposte, ma ha affermato che la ricerca continua. La condizione del fondale marino è impervia, con l’ambiente estremamente ostile in cui corpi tranciati o polverizzati finiscono per divenire facili prede dei pesci.