Dopo un’incredibile odissea durata nove mesi a bordo della Stazione Spaziale Internazionale (ISS), gli astronauti Sunita Williams e Butch Wilmore sono finalmente rientrati sulla Terra. Quella che doveva essere una missione di appena otto giorni si è trasformata in un’epopea spaziale, conclusasi con l’atterraggio della capsula Dragon di SpaceX al largo delle coste della Florida. Ad accoglierli, insieme a una folla di tecnici entusiasti, c’erano i colleghi Nick Hague e Aleksandr Gorbunov, pronti a celebrare il loro ritorno.
La NASA è ora chiamata a risarcire i due astronauti per il loro soggiorno prolungato nello spazio. Sebbene i dettagli economici restino riservati, si stima che Williams e Wilmore possano ricevere un compenso extra oltre al loro stipendio base, che oscilla tra i 93.850 e i 122.004 dollari per i nove mesi trascorsi in orbita. Un “bonus accidentale” che tiene conto anche degli straordinari accumulati durante questa missione fuori programma.
Vivere nello spazio per così tanto tempo non è privo di conseguenze: perdita di massa muscolare e ossea, problemi alla vista e difficoltà nel riadattamento alla gravità terrestre sono solo alcune delle sfide affrontate. Tuttavia, gli esperti rassicurano che un soggiorno di nove mesi rientra nei limiti gestibili per la salute umana. Dopo l’atterraggio, i due astronauti sono stati sottoposti a controlli medici immediati su barelle e trasferiti al Johnson Space Center della NASA per esami più approfonditi.
Il rientro di Williams e Wilmore non è stato esente da controversie. Il presidente Donald Trump e l’imprenditore Elon Musk hanno accusato l’ex presidente Biden di aver “abbandonato” gli astronauti, criticando la gestione della missione e l’assenza di un piano di salvataggio tempestivo. La NASA ha però respinto con forza queste affermazioni, definendo il ritorno un trionfo della tecnologia e del lavoro di squadra.
Un Ritorno Accelerato
A causa di ritardi e complicazioni tecniche, il rientro degli astronauti è stato anticipato di circa due settimane rispetto alle previsioni iniziali, grazie all’utilizzo di una capsula diversa da quella pianificata. L’atterraggio sicuro ha messo la parola fine a una missione tanto straordinaria quanto travagliata, lasciando spazio a riflessioni sul futuro delle esplorazioni spaziali.
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