Un video spiega cosa succede quando si muore: e sì, la vita passa davanti come un film

Cosa succede al nostro corpo quando si muore? A questa domanda ha dato una risposta esaustiva la dottoressa Kathryn Mannix, che ha lavorato nel campo delle cure palliative per 30 anni. Ne ha parlato al programma britannico BBC Women’s Hour in cui ha presentato la sua nuova animazione “Dying for Beginners”, che mira ad affrontare la paura che le persone hanno riguardo alla fine della loro vita. “Non è uno stato mentale spaventoso in cui trovarsi, è uno stato in cui non si sa nulla”, ha detto.

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Quando si muore si inizia con il non mangiare più

“La prima cosa che si nota è che il corpo inizia a rimanere senza energia, quasi come quando si ha un vecchio cellulare e la batteria non rimane più carica. E il caricabatterie è il sonno. Più del cibo, più del bere. E in effetti molte persone che stanno morendo non hanno molta fame e va bene così. Non muoiono perché non mangiano. Non mangiano perché il loro corpo sta morendo”, ha detto la dottoressa Mannix.

Il corpo ha solo bisogno di sonno

“Quindi col passare del tempo le persone hanno gradualmente bisogno di più sonno per avere intervalli di energia sufficiente per pensare e fare ciò che possono”. “E gradualmente le persone non solo diventano addormentate, ma perdono conoscenza. Adesso non riconoscono la differenza”. Mannix ha parlato anche del cosiddetto “sonaglio mortale”, che può suonare angosciante: “Il cervello esegue schemi di respirazione riflessa che si muovono avanti e indietro tra una respirazione abbastanza profonda che diventa gradualmente più superficiale. E poi di nuovo all’inizio, e avanti e indietro tra periodi di respirazione piuttosto lenta, respirazione più rapida, di nuovo alla respirazione lenta”.

E’ vero che la vita ti passa davanti come un film

“Ora, se non l’avete mai visto prima, potreste pensare che la persona che respira, magari velocemente ma superficialmente, fa fatica a respirare o ansima o si sente a disagio”. Ma secondo l’esperta questo è un segno di “profonda incoscienza” e che la tua vita non ti passa davanti agli occhi, come spesso viene rappresentato nei film”.

Ha aggiunto: “Questa persona è abbastanza sicura. E poi, alla fine della vita di qualcuno, di solito ci sarà una di quelle fasi di respirazione lenta. Ci sarà un’espirazione alla quale non seguirà un’altra inspirazione, il che non è affatto ciò che Hollywood ci ha portato tutti ad aspettarci”. La dottoressa Kathryn ha detto che questi fatti potrebbero non rendere la morte di una persona meno triste, ma spera che possano farla sembrare meno spaventosa”. “Eliminare la paura, penso che sia la missione che sto svolgendo”, ha aggiunto. La dottoressa Kathryn si è qualificata come terapista cognitivo comportamentale nel 1993 e ha poi lanciato la prima clinica CBT del Regno Unito esclusivamente per pazienti affetti da cure palliative.