Il vignettista Sergio Staino, scomparso sabato 21 ottobre, è stato ricordato con un necrologio insolito e provocatorio dal suo amico Paolo Nocentini, imprenditore nel settore della logistica marittima. Sul Corriere della Sera, Nocentini ha voluto salutare Staino con parole sincere e ironiche, che però non sono piaciute a un altro quotidiano fiorentino che ha rifiutato di pubblicarle. Nel necrologio si parlava di Staino e delle sue “toccatine” alle donne.
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“Caro Sergio – ha fatto scrivere Nocentini – amico in un ideale, hai avuto proprio sfortuna: cieco ed infermo, semincosciente in un letto di ospedale per più di un anno. Siamo tutti tristi e ti rammentiamo con affetto e simpatica. Già che altro le donne, le toccavi tutte, ma Breuna non se ne aveva a male. Un abbraccio, Paolo Nocentini”.
Nocentini ha poi spiegato che il suo intento era quello di rendere omaggio a Staino senza retorica né ipocrisia, ma con lo spirito critico e anticonformista che contraddistingueva il vignettista. I due erano amici da trent’anni, si erano conosciuti su un autobus in occasione di una manifestazione del Pds a Firenze e da allora avevano condiviso ideali politici e vicinanza umana. Nocentini racconta anche il lato più scherzoso e trasgressivo di Staino, che nonostante la cecità continuava a “vedere” le donne con le mani: “Lo faceva in modo simpatico e mai volgare. La mia governante per esempio si ricorda di come lui le toccasse il braccio per parlarle, e lo ricorda con affetto”.
Sergio Staino era un giornalista, vignettista e regista italiano, noto per il suo stile satirico e ironico. Nato a Firenze nel 1933, si laureò in architettura e iniziò la sua carriera come disegnatore umoristico per varie riviste, tra cui Linus, L’Espresso e Il Manifesto. Nel 1976 fondò il settimanale satirico Il Male, di cui fu direttore fino al 1982. Nel 1983 esordì come regista con il film Bello mio, bellezza mia, a cui seguirono altre pellicole come I due carabinieri (1984) e Grandi magazzini (1986).
Negli anni Novanta si dedicò alla televisione, realizzando programmi come Avanzi, Tunnel e Cuore. Nel 2000 divenne direttore artistico del Festival Internazionale del Cinema di Locarno. Nel 2008 fu nominato direttore del quotidiano L’Unità, incarico che mantenne fino al 2010. Morì a Roma nel 2021, all’età di 88 anni. Sergio Staino è stato uno dei più importanti e influenti esponenti della satira italiana, capace di unire l’impegno civile e politico con l’umorismo e la critica sociale.