Il carro funebre che ha trasportato la salma di Matteo Messina Denaro, l’ex boss mafioso latitante più ricercato d’Italia, è risultato privo di assicurazione. Il veicolo, una Mercedes, è partito dall’obitorio dell’ospedale dell’Aquila, dove il boss è morto il 25 settembre, e ha raggiunto il cimitero di Castelvetrano, in Sicilia, dove è stato tumulato.
La mancanza di assicurazione, come scrive Il Giornale di Sicilia, è emersa dopo un controllo effettuato sulla targa del mezzo al momento dell’arrivo del feretro a Castelvetrano. L’agenzia proprietaria del carro funebre ha fatto sapere che si è trattato di una mera svista e ha provveduto a metterlo in regola il 28 settembre, due giorni dopo l’arrivo in Sicilia.
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L’episodio ha suscitato polemiche, con accuse di superficialità da parte dell’agenzia proprietaria del carro funebre e di scarsa attenzione da parte delle forze dell’ordine, che non hanno effettuato alcun controllo prima della partenza del veicolo.
Non è la prima volta che un carro funebre viaggia privo di assicurazione. Esattamente un mese fa, ne è stato fermato uno sulla statale 640, cosiddetta Strada degli Scrittori, mentre era in direzione camera mortuaria dell’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento per recuperare con l’assicurazione scaduta da qualche mese.
L’episodio ha anche sollevato dubbi sulla sicurezza del trasporto di salme, che è un’attività regolata da norme specifiche. Secondo la legge, i carri funebri devono essere assicurati per un importo minimo di 50.000 euro, che copra i danni a terzi in caso di incidente. La mancanza di assicurazione può comportare sanzioni amministrative e penali, oltre alla responsabilità civile del proprietario del veicolo in caso di incidente.
In ogni caso, l’episodio ha contribuito ad alimentare la curiosità e il clamore mediatico che hanno circondato la morte di Matteo Messina Denaro, uno dei boss mafiosi più ricercati d’Italia.