Un evento di speed-dating lesbico è al centro di una lite sulla transfobia dopo che l’organizzatore ha insistito sul fatto che potessero partecipare solo “femmine adulte”. Una richiesta che ha fatto indignare i partecipanti al popolare evento settimanale che si tiene a Bloomsbury, Londra , con un biglietto di ingresso di circa 18 euro. Una “regola” fatta per fermare all’ingresso le donne trans.
La scorsa settimana, Jenny Watson, di professione urbanista ma che è anche l’organizzatrice di questi eventi, ha postato sul suo sito web per condividere le sue regole. “Se sei maschio, per favore evita di venire agli eventi, non sei lesbica”, ha scritto. Watson ha detto a The Mail on Sunday: “L’anno scorso, una persona si è presentata con un completo in lattice viola… e un’erezione”. “Un’altra volta, una donna trans è entrata nel bagno femminile e ha spinto il proprio corpo contro una donna che era arrabbiata e me l’ha detto dopo. Mi ha fatto pensare che questo non è giusto nei confronti delle donne”.
Jenny Watson, 31 anni, ha aggiunto: “Gli individui transgender meritano rispetto. Ma c’è bisogno di proteggere gli spazi di segregazione sessuale per le donne lesbiche”. I membri di un gruppo di attivisti hanno denunciato Jenny ai suoi datori di lavoro come transfobica per aver insistito sui social media affinché solo “femmine umane adulte” possano partecipare. L’hanno anche accusata di essere transfobica per aver detto che “le lesbiche non hanno il pene”.
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Un’inchiesta sui raduni è stata avviata dallo Stonegate Group, i proprietari del College Arms, il pub dove si tiene l’evento. La lite sullo speed date lesbico arriva pochi giorni dopo che la grande catena Costa Coffee ha affrontato il contraccolpo su un cartone animato che pubblicizzavano apparentemente con un uomo transgender con cicatrici da mastectomia. L’illustrazione è stata etichettata come “grossolana e irresponsabile” e “assolutamente pazza” da attivisti critici di genere. Alcune persone hanno trovato il segno offensivo nei confronti delle donne che hanno dovuto sottoporsi a doppia mastectomia mentre soffrivano di cancro al seno. La catena ha difeso l’uso dell’immagine per promuovere “l’inclusione e la diversità”.